Segnalazione d’uscita per Mirabolante di Paola Michelazzo

Esce oggi il nuovo libro di Paola Michelazzo, a cui auguro buona fortuna.

Mirabolantein uscita Sabato 13 di aprile, sarà presentato al Salone del Libro di Torino 2024.

  • Casa editrice Pav – Collana Romance Young Adult
  • Genere Young Adult (da 14 anni a 199 anni)
  • Trope: romance – Young Adult
  • Ambientazione: Italia: mare, riviera Adriatica e Mirabilandia
  • Narrazione in prima persona
  • Pagine 170
  • Da Sabato 13 aprile in poi sarà ordinabile in tutte le principali librerie, disponibile intutti gli store on line e su Amazon e Amazon Kindle, anche unlimited e al Salone del Libro di Torino.

Trama:

Sara Maiocchi è una collezionista di parole.

Non può fare a meno di memorizzare quelle più inusuali e infilarle in ogni discorso per rimetterle in circolazione.

Per festeggiare il diploma di maturità parte per il campeggio con la sua comitiva: prima tappa Mirabilandia.

Ma la vacanza non comincia nel migliore dei modi, perché Matteo, il ragazzo per il quale Sara ha da sempre una cotta non ricambiata, si presenta con Carlotta: la sua nuova fiamma.

Francesca e Bipon, i suoi migliori amici, sono pronti a tutto per aiutarla ad affrontare la situazione.

Ma sarà invece l’incontro casuale con Andrea, uno stuntman del noto parco di divertimenti, misterioso e intraprendente, a trasformare la vacanza di Sara nella più mirabolante delle avventure, tra montagne russe, fenicotteri rosa, il delta del Po e il mare Adriatico.

Curiosità sul romanzo:

Mirabolante è un romance di target Young Adult con elementi tratti dal romanzo di formazione. Tutto il racconto ruota intorno ai principi della comunicazione. Il titolo di ogni capitolo è costituito da una parola desueta della lingua italiana scelta da Sara e riutilizzata al fine di una contestualizzazione che la sedimenti nell’universo emotivo e soprattutto nella memoria linguistica: espediente utile e originale che contribuisce ad ampliare intuitivamente il vocabolario del lettore.

PROLOGO

Trasecolata, smargiassa, sagittabondo, mirabolante, solipsista, lapalissiano, obnubilata, meditabondo, prossemica, misoneista, petricore, opimo, gaglioffo, sciammanato, stolido, serafico, lapalissiano, luculliano, girandolare, procrastinare, granciporro, orizzontarsi, beona…

Tranquilli, non sto delirando. È che ho una fissa vera e propria per le parole.

Già, parole: una serie di simboli e suoni condivisi, in una sequenza predefinita, che circoscrivono un significato, diventandone il segno.

Lo so, sembra complesso. Ma in realtà l’uso delle parole è qualcosa che tutti apprendiamo già dai primi anni di vita. Anche perché non comunicare è impossibile e le parole ci permettono di farlo nel modo più efficiente possibile, o circa. Non vi pare straordinario come un termine, anche da solo, sia in grado di rappresentare un’emozione, definire un gesto, identificare un oggetto o dare vita a un odore, un colore? I vocaboli ci mettono in connessione con gli altri e anche con noi stessi. Creano la realtà, la stravolgono, la ridefiniscono, la inventano…

Cosa c’è di più magico delle parole? Per questo ne sono ghiotta e mi piacciono tutte, indistintamente. Ma quando ho la fortuna di scovarne una desueta, ormai dimenticata, ne divento ossessionata e la infilo di continuo in ogni discorso. Come per riseminarla e farla rivivere.